Nel celebre romanzo settecentesco “I viaggi di Gulliver”, lo scrittore Jonathan Swift fa una critica feroce alla società e al comportamento umano del tempo, usando ogni viaggio come satira sociale. L’atteggiamento dello scrittore, infatti, è di profondo pessimismo sulla possibilità dell’uomo di migliorare.
Nel primo dei quattro viaggi, Gulliver si imbarca in una nave come chirurgo di bordo per scarsità di denaro e una grande curiosità di viaggiare e scoprire il mondo. Dopo sette mesi di navigazione naufraga a causa di un forte temporale in una terra sconosciuta agli uomini. Al suo risveglio si trova legato con grosse corde da uomini tredici volte più piccoli di lui, quindi, impauriti. Il fattore di scala, l’allegoria e la satira sono solo solo alcuni dei concetti così vicini al carnevale che mi hanno spinto a lavorare su questo tema. Ho deciso di creare un’analogia tra il primo dei viaggi di Gulliver a Lilliput e la realtà odierna, per affrontare il tema della diversità come fenomeno culturale importante che ancor oggi fa paura limitando la crescita intellettuale del genere umano.
La corda dell’ignoranza stringe la libertà del singolo individuo etichettandolo come “diverso” in una società dove l’involuzione culturale tende a etichettare ogni presunta minoranza. Ecco che slogan e luoghi comuni omofobi, sessiti e razzisti, diventano parole che stritolano e mettono a disagio il nostro Gulliver, che nei viaggi raccontati da Swift figura come uomo buono, curioso e progressista. Il “gigante” deriso e bloccato dai lillipuziani, piccoli di corpo e d’ intelletto, viene bloccato per paura del diverso.
Riusciremo, tutti insieme, a rompere le corde dell’ignoranza e restare solo esseri umani?
+you+ +tube+